Appello delle città del Mediterraneo per la pace e per un futuro di speranza
Alle genti del Mediterraneo, ai popoli e alle culture che si affacciano su questo mare che ci unisce,
presentiamo il nostro appello per la pace.
Le nostre città sono da sempre simbolo di incontro, di scambio e di convivenza pacifica. La nostra storia, le nostre tradizioni, le nostre lingue, i nostri valori si intrecciano da secoli. Hanno reso simile il nostro volto, plurale la nostra cultura, fratelli i nostri cittadini. Hanno reso il mare non un confine, ma un ponte che unisce, un luogo da attraversare per costruire un futuro comune, possibile per tutti.
Oggi, mentre i conflitti e le tensioni si fanno più forti, noi città del Mediterraneo affermiamo che non si può riabilitare la guerra, che bisogna lavorare per la pace.
La guerra peggiora il mondo, lascia un’eredità di dolore, odio e distruzione.
Con la guerra, perdono tutti, anche i vincitori.
Quanti di noi sono stati dolorosamente feriti dalla guerra! Anche per questo non possiamo restare in silenzio davanti alle sofferenze di chi è costretto a vivere sotto il peso di un conflitto, delle ingiustizie o della corruzione. Non possiamo permettere che le nostre città, luci nel buio di tanti itinerari umani in cerca di libertà e pace, diventino luoghi di distruzione e di dolore. Non possiamo accettare che i nostri porti siano chiusi e diventino luoghi che respingono chi fugge dalla guerra invece di accogliere e salvare.
Chiediamo:
Come uomini e donne del Mediterraneo, siamo pronti a mettere in campo la nostra cultura ed ogni nostra risorsa per contribuire al raggiungimento di questi obiettivi, soprattutto per la ricostruzione di un mondo in pace. Un mondo che riconosca nel dialogo, nella mediazione e nella cooperazione la via per affrontare le sfide globali, dal cambiamento climatico alle disuguaglianze sociali, dalla povertà alla crescita economica sostenibile.
Facciamo appello a tutti i leader, a tutte le istituzioni e a ogni cittadino del Mediterraneo:
non permettiamo che la violenza e l’odio prevalgano.
La guerra è un mostro, un ingranaggio demoniaco, che prima o poi ti rende assassino o vittima, comunque ostaggio del suo meccanismo. La guerra è il nostro Nemico.
Noi, cittadini del Mediterraneo, chiediamo che la volontà della gente sia ascoltata e che la scelta della guerra sia bandita. Solo così questo mare e questo ambiente, che ci fu consegnato da Dio e dai nostri padri, così bello, pieno di ogni varietà, per esercitare l’arte degli uomini liberi, che è la convivenza nella pace, solo così questo luogo, trasformato dalla guerra in un inferno, tornerà ad essere un angolo di Paradiso.